San Pastore
- Contigliano |
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Nel 1234 i monaci Cistercensi che
vivevano nel convento di S. Matteo di Montecchio ottennero dal Papa di
potersi spostare a S. Pastore; sappiamo da documenti che già prima,
almeno da 5 secoli, in questa località dovette sorgere una chiesa, visto
che troviamo citata una chiesa di S. Pastore in Quinto (nome che ricorda
l'antica denominazione di Contigliano: Quintilianum) in documenti
dell'Abbazia di Farfa dell'anno 794 . |
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Ottenuto nel 1234 il permesso di
spostarsi in S. Pastore i monaci di S. Matteo riedificarono
completamente il monastero, tant'è che non si trovano tracce delle
precedenti costruzioni. |
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Il secolo d'oro dell'abbazia fu il
1300 quando fu potente e ricca; in seguito iniziò il decadimento. Le
cause di tale impoverimento possono essere state molteplici: scorrerie
di bande di mercenari che devastavano i raccolti nei campi, ma più
probabilmente furono anche ragioni di ordine più generale. Ormai nel
1300 erano i cosiddetti ordini mendicanti (francescani e domenicani) ad
assumere maggior peso nella società, ovunque i Benedettini, quindi anche
i cistercensi perdevano di forza. Per rimediare allo stato di decadenza dell'abbazia essa venne concessa dall'autorità ecclesiastica in commenda. La commenda era un istituto per cui le abbazie erano date in gestione ad un ecclesiastico o ad un laico, che comunque non erano obbligati alla vita monastica, che potevano anche non risiedere nell'abbazia e che ricevevano i proventi del lavoro dei monaci e ad essi lasciavano il necessario per vivere. Spesso la commenda fu per le abbazie che la subirono l'inizio della decadenza perché i commendatari vendevano i beni delle abbazie. La prima notizia di una commenda in S. Pastore si ha nel 1428. Il primo abate commendatario fu l'arcivescovo di Reggio Calabria Gaspare Colonna della potente famiglia di nobili romani. La commenda durò fino alla fine del 1700 |
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Abati commendatari particolarmente importanti furono: Silvestro Nobili di Labro della famiglia che più tardi si unì ai Vitelleschi e che a tutt'oggi detiene ancora il castello di Labro. Egli tenne l'abbazia alla fine del 1400 (dal 1456 al 1479), rinverdendo il patrimonio del monastero, fece riedificare la cinta muraria dell'abbazia; Agostino Spinola, importante famiglia nobile di Savona, abate dal 1518 al 1537, che fece costruire bellissimi appartamenti. Lo Spinola fu l'ultimo abate ad avere reale interesse nell'abbazia e con la sua morte iniziò una decadenza inarrestabile e probabilmente i monaci cistercensi che vi erano ancora abbandonarono il monastero proprio nel 1537. Forse vi furono dei tentativi da parte dei monaci cistercensi di tornare in S. Pastore; ciò che è certo è che dal 1561 essi non furono mai più citati nei documenti relativi all'abbazia, dunque l'avevano da allora abbandonata. |
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Così l'abbazia fu abbandonata fino al
1580, quando con un breve di Gregorio XIII l'abbazia venne assegnata ai
Canonici Regolari. Questi nel 1638 fecero rifare il chiostro come si
leggeva in un iscrizione trafugata e tennero l'abbazia fino al 1801,
anche se negli ultimi anni vi risiedevano solo tre canonici e alla fine
uno solo, dunque la decadenza era grande. Dopo il 1801 l'abbazia fu di nuovo abbandonata fino al 1814 quando venne ridata in commenda a Monsignor Francesco Tiberi di Contigliano (arcivescovo di Atene), ma la decadenza era ormai assoluta gli abati commendatari dovevano solo riparare ai debiti dell'abbazia. Nel 1834 il monastero e i suoi possedimenti furono comprati dai marchesi Potenziani dalla Camera Apostolica, l'abbandono fu totale e si perpetrarono ruberie di tutti i generi. |
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Le informazioni su San Pastore sono tratte dall'opuscolo "San Pastore tra passato e futuro" d.ssa Benedetto Maria Beatrice |
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Pagina tratta dal web istituzionale del Comune di Contigliano (RI), www.comune.contigliano.ri.it